Definizione
L’imposta di registro è un tributo indiretto applicato alla registrazione di atti giuridici, come contratti, locazioni, comodati, cessioni di attività, conferimenti e scritture private.
Per il libero professionista, rappresenta un costo fiscalmente deducibile quando sostenuta nell’ambito dell’attività e in relazione ad atti inerenti la professione.
Deducibilità
Sono deducibili solo se inerenti all’attività e non riconducibili a debiti personali.
- TUIR (D.P.R. 917/1986) Articolo 99 - Oneri fiscali e contributivi → Le imposte sui redditi e quelle per le quali è prevista la rivalsa, anche facoltativa, non sono ammesse in deduzione. Le altre imposte sono deducibili nell'esercizio in cui avviene il pagamento.
Esempi di costi deducibili
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Imposta relativa a:
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Registrazione di contratti di locazione per studio o uffici professionali.
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Registrazione di comodato d’uso gratuito per locali strumentali.
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Registrazione di contratti di collaborazione professionale o lettere d’incarico.
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Registrazione di atti di cessione clientela o studio professionale.
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Versamenti per scritture private autenticate (es. transazioni professionali).
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Imposta proporzionale su atti soggetti a registrazione (es. 1% sui canoni di locazione annui, in assenza di IVA).
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Limiti alla deducibilità
- Se versata per conto del cliente, non va dedotta ma eventualmente rimborsata e riportata in fattura fuori campo IVA (art. 15, comma 1, n. 3, DPR 633/72).
Dichiarazione dei redditi
Quadro RE - (utilizzato per dichiarare i redditi derivanti dall’esercizio di arti e professioni indicati nel comma 1 dell’art. 53 del TUIR, rientranti nel regime analitico)
Nel rigo RE19 - Altre spese documentate:
- colonna - 4:
I.V.A.
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Articolo 15 - esclusione dalla base imponibile → “Non concorrono a formare la base imponibile dell’IVA le somme dovute a titolo di imposta di registro.”
Giurisprudenza - prassi
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Note
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