La Suprema Corte con ordinanza n. 26553 depositata ieri 2 ottobre, ha ribadito che, ai fini della deducibilità, non è sufficiente dimostrare che il bene o il servizio rientri, in astratto, nella categoria delle spese di rappresentanza; occorre invece fornire la prova concreta della sua inerenza all’attività professionale.
In altri termini, non basta evidenziare che l’acquisto possa teoricamente avere natura promozionale, ma è necessario documentare che la spesa sia stata effettivamente destinata a finalità promozionali dell’attività professionale, escludendo qualsiasi utilizzo personale.
La pronuncia si dimostra particolarmente interessante poiché, nonostante l’evoluzione normativa, rimane immutato un principio fondamentale: per i professionisti, la deducibilità delle spese di rappresentanza richiede sempre la prova specifica dell’inerenza.
Resta pertanto consigliabile predisporre e conservare adeguata documentazione che consenta di dimostrare, in caso di contestazione, la chiara finalità professionale della spesa sostenuta.
Nell'occasione evidenziamo che, a seguito delle recenti variazioni introdotte con DL Fiscale n. 84/2025, la deducibilità delle spese di rappresentanza è subordinata al pagamento con mezzi tracciabili.
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